Centro Tedesco di Studi Veneziani

Persone/progetti attuali

Marzo 2025

  • L’architettura della Cappella Emiliana di San Michele in Isola
    Progetto di dottorato

    Storia dell'architettura - RWTH Aachen University, Univ.-Prof. Dr.-Ing. Anke Naujokat
    Nella punta settentrionale dell'isola del monastero di San Michele, accanto all'ex chiesa dei monaci camaldolesi, si trova la singolare Cappella Emiliana, che ha ricevuto poca attenzione da parte degli studiosi. Questo gioiello dell'architettura alto-rinascimentale veneziana, realizzato tra il 1528 e il 1543 su progetto e sotto la direzione dell'architetto scalpellino bergamasco Gugliemo dei Grigi d'Alzano, si pone in evidente dialogo con la prima facciata bianca rinascimentale della chiesa di San Michele in Isola e allo stesso tempo si presenta come una propria "giexiulla", dedicata all'"Annunciazione della Madonna". Il progetto, commissionato dai procuratori di San Marco "de citra", risale originariamente a un confidente postulato della vedova Margherita Vitturi nel 1427, che aveva in mente non solo la devozione per suo marito defunto Giovannino Miani, ma soprattutto la sua stessa.
    La Cappella Emiliana realizzata occupa una posizione speciale nel variegato portfolio storico architettonico di Venezia, in quanto è una delle poche tipologie edilizie autenticamente centrali della città e si distingue anche come cappella annessa dedicata alla commemorazione postuma di due patrizi. Il lusso dei materiali, sotto forma di pietra d'Istria bianca e lucente e di una moltitudine di marmi policromi e di pietre dure, non solo è caratteristico della maestria dello scalpellino, entusiasta della decorazione, ma dimostra anche le risorse finanziarie che i procuratori, in quanto esecutori di un patronato ideale, erano disposti a spendere in tempi di peste e di crisi. La pianta esagonale con vestibolo a cinque lati è particolarmente degna di nota e, nel contesto di Guglielmo dei Grigi, che in realtà divenne famoso per altari, progetti di facciate ed edifici di difesa nella Serenissima, non va assolutamente vista come un'idea architettonica puramente casuale. Inoltre, la costruzione a cupola con volta interna a pressione e falsa cupola esterna, sostenuta da una colonna centrale in laterizio, non regge il confronto con altri edifici a cupola a Venezia e in tutta Italia.
    La Cappella Emiliana può essere interpretata, tra l'altro, come una particolare testimonianza di una fase che combinava l'estetica tradizionale di impronta orientale con i crescenti impulsi di uno stile costruttivo "all'antica". E questo durante - o poco prima - che Jacopo Sansovino fissasse nella città lagunare i canoni di una splendida architettura nello spirito degli antichi principi vitruviani, promossi e giustificati dai trattati del Rinascimento.
    Marzo 2025
  • Archival Insights: Tracing Jacob Marcaria’s Life in Renaissance Venice
    Postdoc

    Studi giudaici, della Bibbia e lingua ebraica - RWTH Aachen, Pr. Dr. Th. Simone Paganini
    In the past decades, the figure of Jacob Marcaria has attracted scholarly attention mainly in connection with the six years of activity of the Jewish printing house he founded with Rabbi Joseph Ottolenghi in Riva del Garda (1557-1563). However, to date, there is no systematic work that holistically reconstructs the stages of his life, from his medical studies in Padua to his practice of medicine in the territory of the Venetian Republic, to his work as a matchmaker for prominent members of the Venetian community, to his role as a judge in the rabbinical court of Venice. The present research not only sheds new light on the events that affected the life of an influential member of the Jewish intellectual class during the Renaissance in the Venetian Republic but also illuminates specific aspects of Jewish life during a crucial era in the history of these communities. Moreover, the investigation of the relations between Marcaria and prominent figures in the Venetian Republic, the Duchy of Milan and the Prince-Bishopric of Trent represents a new aspect of the research, highlighting unprecedented aspects of the mutual connections and influences between the social and cultural elites of the time. By providing the edition and historical contextualisation of new materials in Hebrew that would otherwise remain unknown, the information that emerged from this research may be helpful not only to scholars of Jewish history and culture but also to historians investigating the social and cultural dynamics and interconnections of the Venetian, Milanese and Tridentine domains of the Renaissance. In this sense, the project aims to create new interdisciplinary connections and stimulate debate among scholars.
    da Dicembre 2024 a Aprile 2025
  • Transizioni della musica vocale antica nei compositori italiani dal secondo Novecento a oggi
    Postdoc

    Musicologia
    Una parte considerevole dei compositori italiani d’avanguardia dal secondo Novecento a oggi ha musicalmente recepito, analizzato e interpretato la musica vocale antica, trasferendola in modo sofisticato e diversificato nelle proprie composizioni. Nel progetto, il potenziale trasformativo del lascito musicale viene messo in luce in termini di ispirazioni, tecniche, modelli compositivi recepiti in vista della loro specifica interpretazione e ricontestualizzazione nella musica contemporanea, la quale si rinnova dialogicamente sulla base della musica antica. Le ‘transizioni’ contemporanee in composizioni, trascrizioni, arrangiamenti, adattamenti ed esecuzioni consentono un dialogo proficuo tra passato e presente: possono produrre nuove procedure interpretative, compositive e performative e possono dar vita a impulsi creativi che oscillano tra avvicinamento consapevole, citazione e parafrasi da un lato e allontanamento, parodia e straniamento dall’altro, facendo così appello alla riflessione artistica nella storia della musica.

    Nel progetto esploro, tenendo conto degli aspetti transdisciplinari, anche i fenomeni di intreccio intertestuale, intermediale e transculturale, nonché i processi di transizione epistemica interepocale, compreso lo sperimentalismo. Relazioni dialogiche tra modalità compositive e interpretative storicamente distanti possono emergere quando la musica acquista rilevanza drammaturgica nel gioco tra presenza e assenza, espansione e riduzione, estensione intermediale e dislocamento d'espressione, o vicinanza e distanza riflessa dall'Altro, dal Vecchio. Il riferimento alla, l'intervento nella e l'interazione con la musica antica possono offrire coerenza interpretativa mediante la ricontestualizzazione nella musica e messa in scena contemporanea, in quanto l’approccio interpretativo viene moltiplicato, avvicinato e messo al passo coi tempi.

    L'attenzione si concentra sull'interpretazione da parte di compositori italiani contemporanei e di collettività musicali e artistiche a partire dal 1950 circa e sulle transizioni permeabili della musica vocale o del teatro musicale del XIV-XVII secolo, nonché sulla questione di come queste possano rivelarsi quali punti di forza drammaturgici sia nel XIV-XVII secolo sia nel XX-XI secolo. Non solo faccio luce sulle composizioni in sé, ma esamino queste anche nella loro rispettiva interferenza e tensione tra opere di riferimento e opere nuove dal punto di vista sia della ricerca interpretativa sia della prassi esecutiva e messa in scena.

    Per la mia ricerca al CTSV sono rilevanti compositori le cui fonti sono conservate a Venezia, compositori che vi si sono formati, che vi hanno lavorato o le cui opere vi sono state eseguite.
    da Febbraio 2025 a Aprile 2025
  • Progetto di dottorato
    Storiografia - Universität Bielefeld, Prof. Dr. Vito Francesco Gironda
    da Marzo 2025 a Agosto 2025
  • Provenienza: Migrazioni di un concetto
    Postdoc

    Storia dell'Arte
    Il progetto è un'analisi multiprospettica del concetto di provenienza, del suo sviluppo e della sua applicazione. Da una parte, l’analisi traccia la storia, comprensione e l’uso del concetto di provenienza in lingue e contesti diversi, istituzioni, nel pubblico, e nelle medie; dall’altra parte si svolge sulla base di diversi musei come casi studio per negoziare il best practice museale continuamente, per aprire spazi transdisciplinari del sapere e delle pratiche.

    Nel contesto di questa negoziazione, il progetto mira a contribuire al cambiamento della percezione istituzionale e pubblica di provenienza. Si tratta di una valutazione di provenienza non come legata ad una dovuta di ricerca temporanea, ma come un dispositivo permanente, più preciso un’essenza nel lavoro museale. Lo svolgimento dello studio prevede quindi due approcci: da un lato, l'analisi delle forme di incontro con provenienza in musei sulla base di casi studio, dall'altro, la produzione di strumenti potenziali, si può dire una sorta di toolbox curatoriale, per interventi, documentazione, narrazione e rappresentazione di provenienza nelle istituzioni.

    Nell'ambito della borsa di studio del Centro Tedesco di Studi Veneziani, il progetto si dedica in profondità al caso studio delle congregazioni armene mechitariste di Venezia e Vienna. Le vaste collezioni dell'ordine di beni culturali armeni, tra cui manoscritti, opere delle arti decorative, dipinti e sculture, nonché reperti archeologici, sono accessibili al pubblico a seguito della loro musealizzazione. Il progetto esaminerà sia la storia che le strategie di questi processi di musealizzazione, in particolare in relazione ai loro obiettivi di salvataggio del patrimonio culturale armeno. Sullo sfondo dell'insediamento dell'ordine a San Lazzaro a Venezia e a Vienna, la migrazione e l'origine della cultura e diaspora armena saranno considerate in relazione alla propria migrazione fisica dei mechitaristi nello spazio dall’Oriente all’Occidente, e al loro significativo contributo alla produzione e al trasferimento del sapere nonché alla tutela del patrimonio culturale armeno.

    Nel quadro più ampio del progetto, la migrazione della provenienza è illustrata come una dinamica epistemologica nell'interazione tra istituzioni museali e società. Per questo, i diversi casi studio scelti per l’analisi nel progetto esplorano la migrazione della provenienza nei vari contesti di lingua, sapere, storia, cultura, politica, economia, individuo e società, produzione e trasferimento all'interno e all'esterno dei musei.

    L'analisi si concentra sulla nascita, il trasferimento, la presentazione, la documentazione e la mediazione delle collezioni e del patrimonio culturale, con l'obiettivo di delineare e filtrare la conoscenza e coscienza di provenienza nei musei in relazione ai loro obiettivi e metodi di rappresentazione. Perciò, il processo di indagine si basa su un'attenta esplorazione della presenza e dell'assenza, della visibilità e dell'invisibilità di provenienza.
    da Febbraio 2025 a Marzo 2025
  • Fluvio-Grafia. Dalla sorgente al delta: dare voce ai fiumi - rimodellare il loro futuro
    Habilitationsprojekt | Fritz Thyssen Stiftung

    Filologia romanza (francese/italiano))
    I testi dell’ultimo secolo mostrano in modo impressionante come il Po e la Durance, due fiumi alpino-mediterranei, non solo abbiano ispirato le nostre rappresentazioni e narrazioni, ma abbiano anche profondamente influenzato le culture dell’acqua e la memoria collettiva. Questi fiumi incarnano un importante patrimonio geografico, ecologico ed emozionale, rendendo visibili le sfide che i sistemi fluviali affrontano nell’Antropocene.

    Il Po e la Durance hanno lasciato un’impronta duratura nella storia della Francia meridionale e dell’Italia settentrionale: hanno irrigato le terre, nutrito le popolazioni e permesso la prosperità di città come Sisteron, Marsiglia, Torino e Venezia. Spesso paragonati ad alberi della vita – uno in Provenza, l’altro nel nord Italia – questi fiumi, che nascono entrambi nelle Alpi francesi (la Durance e la Dora, un affluente del Po, sgorgano addirittura dalla stessa sorgente), riflettono le politiche di gestione fluviale in Francia e in Italia. I testi letterari e documentari testimoniano le antiche strutture fluviali intrecciate, gli ecosistemi unici, le zone umide e i delta, ricordando un patrimonio quasi perduto.

    Oggi, il Po e la Durance sono sempre più esposti a condizioni estreme come siccità ricorrenti o alluvioni, aggravate dai cambiamenti climatici, dallo scioglimento dei ghiacciai e da diverse pratiche di gestione fluviale (protezione dalle inondazioni, costruzione di dighe, canalizzazioni, sviluppo del territorio e impianti nucleari, tra gli altri). I testi e gli studi documentano queste profonde trasformazioni dei fiumi sotto la pressione umana e delineano talvolta scenari distopici per il loro – e dunque per il nostro – futuro. Tuttavia, offrono anche prospettive innovative per la “riparazione dell’acqua” (Rey, 2021).

    Questa analisi ecocritica della fluvio-grafia del Po, della Durance e dei loro affluenti esamina l’evoluzione delle nostre culture dell’acqua e dimostra come le rappresentazioni letterarie di questi corsi d’acqua non solo aumentino la consapevolezza sui fiumi minacciati, ma possano anche suggerire soluzioni. Queste opere rivelano che la fluidità dei fiumi va ben oltre gli aspetti ecologici, intrecciandosi profondamente con il flusso della vita, del linguaggio, delle emozioni e dell’immaginazione. “When the Rivers Run Dry” (Pearce, 2019) non documenta solo il processo di scomparsa dei fiumi, ma anche la perdita delle parole per descriverli. La rappresentazione della libertà diventa più difficile, mentre il senso del sublime lascia sempre più spazio alla malinconia e al lutto.

    Parole chiave:
    Fluvio-grafia; culture dell’acqua; fiumi (intrecciati); gestione fluviale; storia dell’acqua; filosofia dell’acqua.
    da Febbraio 2025 a Gennaio 2026
  • Borsa di studio per artisti
    Arti visive
    da Gennaio 2025 a Marzo 2025
  • Borsa di studio per artisti
    Letteratura
    da Gennaio 2025 a Marzo 2025
  • La composizione collaborativa nel primo periodo moderno
    Musicologia/Universität Heidelberg, Prof. Dr. Christiane Wiesenfeldt
    A causa del paradigma della paternità individuale, la produzione artistica è ancora generalmente soggetta a un'interpretazione poetica individuale. Tuttavia, gli artefatti culturali, siano essi letterari, visivi o sonori, non sono mai opera di singoli individui, ma sono sempre il risultato dell'interazione di diversi attori. I processi e le pratiche di collaborazione nella produzione della musica della prima età moderna rappresentano un campo di ricerca finora poco esplorato e, in particolare, le collaborazioni tra compositori non sono ancora state studiate in modo esaustivo. I compositori della Prima Età Moderna utilizzavano un'ampia varietà di spazi di interazione e modelli di collaborazione: si andava dalle piccole revisioni e bozze da parte dei colleghi compositori all'impostazione congiunta di corpora testuali più ampi, dall'antologia unica pubblicata in co-autorialità alle apparizioni multiple come collettivo chiuso di compositori.

    Il progetto esamina diverse motivazioni, contesti e modelli di collaborazione nella produzione di testi musicali dal 1470 al 1620 circa, con particolare attenzione al mondo di lingua italiana. Nell'ambito di vari casi di studio, le opere e le collezioni di opere prodotte in collaborazione saranno inserite nei loro contesti storico-discorsivi e testuali-culturali. Le collaborazioni saranno esaminate per le loro dimensioni didattiche, sociali e di formazione dell'identità a livello individuale e istituzionale, nonché per le loro funzioni nello sviluppo dell'autorizzazione, della rappresentazione e dell'autorialità musicale della prima età moderna, e non da ultimo per il loro ruolo nella formazione e nel consolidamento delle convenzioni e delle norme compositive.

    Il soggiorno di ricerca presso il Centro Tedesco di Studi Veneziani si concentra su diverse antologie del cantante, compositore ed editore Giulio Bonagiunta, che lavorò presso la Cappella Marciana. Essi furono pubblicate dallo stampatore veneziano Girolamo Scotto negli anni Sessanta del Cinquecento. Le raccolte avviate da Bonagiunta sono caratterizzate da diverse forme di collaborazione e possono essere intese come punti di partenza per il consolidamento di diversi modelli di collaborazione nelle antologie musicali della seconda metà del secolo. L'obiettivo degli studi archivistici veneziani è quello di contestualizzare e analizzare le raccolte e di ricostruire le interdipendenze personali e istituzionali di Bonagiunta.
    Marzo 2025

Persone/progetti futuri

  • Progetto di dottorato
    Maggio 2025
  • Borsa di studio per artisti
    da Aprile 2025 a Giugno 2025
  • L'artista itinerante Friedrich Nerly (Erfurt 1807 ? Venezia 1878) e la sua produzione pittorica veneziana. Progetto di ricerca sul lascito di Friedrich Nerly, Angermuseum Erfurt
    Postdoc
    da Settembre 2025 a Ottobre 2025
  • Borsa di studio per artisti
    da Ottobre 2025 a Dicembre 2025
  • Postdoc
    da Ottobre 2025 a Gennaio 2026
  • Borsa di studio per artisti
    da Luglio 2025 a Settembre 2025
  • Borsa di studio per artisti
    da Aprile 2025 a Giugno 2025
  • Borsa di studi per artisti
    da Ottobre 2025 a Dicembre 2025
  • Gente in gamba. L'industria vetraria di Murano tra tradizione e innovazione, tra fama e segreto
    Progetto di dottorato
    Agosto 2025
  • L'Altra Biennale: le Biennali d'arte antica di Venezia e l'invenzione di una tradizione duratura (1935-1950)
    Postdoc
    Settembre 2025
  • Borsa di studi per artisti
    da Luglio 2025 a Settembre 2025
  • da Maggio 2025 a Settembre 2025
  • Gli ebrei nel Partito Nazionale Fascista
    Progetto di dottorato
    da Agosto 2025 a Settembre 2025
  • da Agosto 2025 a Novembre 2025
  • Scomparso? Tracce di attività predicatoria carmelitana a Venezia
    Postdoc
    da Maggio 2025 a Luglio 2025
  • da Ottobre 2025 a Febbraio 2026
  • Concetti scenici nel primo Novecento: il teatro musicale di Gian Francesco Malipiero
    Progetto di abilitazione
    da Ottobre 2025 a Febbraio 2026
  • La diaspora sefardita a Venezia (1492-1541)
    Progetto di dottorato
    da Marzo 2026 a Aprile 2026
  • Postdoc
    da Aprile 2025 a Luglio 2025

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